Quando inizialmente ho pensato a questo post, avevo in mente di scrivere qualche pensiero e considerazione riguardo all'amicizia,e più precisamente cosa voglia dire perdere un amico, non avere più la sensazione di averlo vicino come un tempo.
Volevo scrivere cosa provavo nel sentirlo anni luce da me, realmente lontano e irraggiungibile, e avrei scritto probabilmente solo cose che mi fanno stare male e che mettono effettivamente tristezza.
Molti dicono che scrivere ciò che ci fa stare male serva per sentirsi più liberi, un po' come uno sfogo, ma con me questo tipo di scrittura non raggiunge sempre i risultati sperati, anzi, mi fa pensare di più, certe volte perfino rattristare di più.
E quest'anno, dove tutto mi appare così diverso dalla mia realtà, dove mi trovo da sola a dover combattere contro i miei più grandi difetti, le cose negative mi sembra abbiano un altro sapore, forse più amaro.
Per questo, ho deciso di cambiare l'argomento del mio post: scriverò ciò che ho imparato ieri.
Scriverò di qualcosa che mi rende felice, immensamente orgogliosa, e che magari, rileggendola un giorno non molto lontano mi farà sorridere, un po' come sto facendo ora.
Alla malinconia preferisco mille volte la felicità, si è capito. (:
Ieri avevo una delle gare di nuoto più importanti della stagione, contro la prima in classifica: se c'è una cosa che ho imparato sin dal primo giorno che ho messo piede nella piscina della scuola è che questo sport non è per tutti, o meglio, essere in una squadra che ha grandi aspettative non è semplice.
Gli Americani, per quanto stereotipicamente siano visti come persone pigre (e posso confermare che la maggior parte di essi lo sono!) sono anche altamente sportivi.
Dalla High School al College ci mettono tutta la passione e dedizione pur di vincere, costi quel che costi.
Scegliendo la squadra di nuoto non sapevo a cosa stavo esattamente andando incontro,lo ammetto, ma se c'è una cosa che mai avrei creduto è che oltre alla fatica avrei provato anche immensa gioia, oltre a trovare persone fantastiche e vere amiche avrei trovato me stessa.
Si, me stessa. Quella persona che può diventare il nemico più grande se non controllato, ma anche un ottimo alleato se apprezzato e non sottovalutato.
Ho sempre avuto problemi di autostima, ma qui ho dovuto prendere definitivamente coscienza di me stessa per "guadagnarmi" il mio piccolo posto e ieri, beh, ieri ho avuto la prova che nulla è impossibile e che se gli altri credono in me posso fare altrettanto.
Ero li, nei blocchi di partenza, e la MIA squadra faceva il tifo per ME.
Straordinariamente fantastico.
E qui riscrivo alcune citazioni del mio amato Phelps che ho attaccate nell'armadietto e che mi ripeto mentalmente ogni volta che le mie paturnie si fanno presenti:
I think that everything is possible.I think that your mind really controls everything.E infine, la mia preferita:
You can't put a limit on anything. The more you dream, the farther you get.
I wouldn't say anything is impossible. I think that everything is possible as long as you put your mind to it and put the work and time into it.Questo, questo è realmente ciò che mi fa sentire viva, che mi rende felice.
This is what I can say makes me feel the truth happiness inside. (:
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